Guerra in Ucraina, volontari italiani pronti a combattere

03 mar 2022
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"Siamo tutti fratelli, siamo tutti figli dello stesso Dio quindi, basta così. Bisogna andare ad aiutare queste persone, non c'è niente da fare". Per Cristian D'Avena, 44enne bodyguard del problematico quartiere milanese di Quarto Oggiaro, separato con due figli adolescenti, aiutare vuol dire anche imbracciare il fucile. Perché, dice, bisogna insegnargli qualcosa a questi figli. "Aiutare, non montarsi la testa. Andare ad aiutare queste persone". "Quando ha deciso e come ha deciso?" "Ma in queste ore stavo pensando, giustamente, che nella vita bisogna avere uno scopo e se i russi vogliano fare la guerra al mondo io sono italiano, sono qua". Fino a ieri, qui all'ingresso del Consolato d'Ucraina a Milano c'era un cartello, al posto di questi, che chiedeva a tutti gli italiani che volessero unirsi alla legione straniera di Ucraina di farlo attraverso tre numeri di telefono e un contatto mail. Ora il cartello è scomparso forse per ragioni di opportunità. Forse perché non è per nulla chiara la eventuale configurazione di reato per un cittadino italiano che si arruoli in un esercito di un'altra Nazione. E infatti è lo stesso Console generale dell'Ucraina a Milano Andrii Kartysh a spiegarci, in via informale, che l'iniziativa è sospesa. Nel suo appello di qualche giorno fa il Governo di Kiev ha specificato che i volontari stranieri non saranno impiegati esclusivamente in battaglia ma anche per compiti di assistenza civile e soccorso medico. E così Il cortile del Consolato si è trasformato in queste ore in un magazzino di smistamento di ogni genere di bene di prima necessità in partenza tutti i giorni per l'Ucraina. Per ora i volontari italiani della cosiddetta Brigata internazionale dovranno arrangiarsi con i propri mezzi. "Lo sapeva signora che ci sono molti italiani che hanno chiesto di andare a combattere in Ucraina?" "Si, sono andati anche e sono stati dall'inizio. Perché ci sono tanti.....gialla perché abbiamo contatti con tutti. Ognuno ha un pezzettino di nostri città di nostri paesini. Qualcuno che teniamo in contatto". "Ha paura?" "Nel modo più assoluto. Io temo solo il giudizio del mio Dio. Poi eccomi qua, sono qua se mi fanno partire io sono sono pronto". "Lei sarebbe pronto a partire subito?" "Anche adesso, in questo istante.".

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