Si apre un altro fronte della guerra in Medio Oriente, si apre il fronte nord. Abbiamo visto in che modo, in che modo sanguinoso il primo giorno di reale conflitto con oltre 500 morti in Libano e noi ci concentriamo proprio su quest'area. Prendiamo intanto la linea di confine 79 chilometri che dividono Israele dal Libano, la famosa linea blu. Ebbene, i raid israeliani che si sono concentrati in particolare nei 30 km di profondità dal confine verso Beirut, dunque, in un'area molto densamente popolata tra Tirosidone e Naqoura. In maniera minore, ci sono stati attacchi nella Valle della Bekaa perché qui esistono delle aree degli insediamenti militari e dei centri di addestramento e reclutamento di Hezbolla. E poi, ci sono stati anche singoli attacchi nella periferia sud di Beirut perché ritenuti dei nascondigli dei leader di Hezbollah. Allora: che cosa sta provocando questa attività militare così intensa? Il movimento da quest'area estremamente popolata da civili verso Beirut. Immaginiamo però che ci stiamo muovendo su un terreno realmente minato perché c'è una densità di popolazione nel Libano di 400 abitanti per km quadrato. In Italia, sono 200. Dunque, estremamente popolata. Non è come a Gaza dove ce ne sono 4mila per km quadrato ma insomma, questi movimenti di civili affolleranno, e renderanno la vita ancora più complicata nell'area della capitale Beirut. Poi c'è il grande timore che possa accadere qualcosa di ancora più grave: ossia che da Israele ci si muova ci si muova con un'operazione di terra dal sud appunto; un ingresso che al momento è controllato anche e monitorato dalle forze UNIFIL. Questa è una grande preoccupazione perché Israele vuole la fine degli attacchi dei razzi dei droni di Hezbollah che insistono sull'area Nord di Israele, è un'attività militare che è andata avanti ancora negli ultimi giorni, nelle ultime ore con oltre 40 attacchi. C'è l'Iron Dome che difende le vite degli israeliani. Ma certamente c'è la necessità degli israeliani dei civili israeliani che abitano in questa area di allontanarsi. Dunque, ci sono oltre 180mila sfollati.