Nonostante gli incontri con i ministri degli esteri britannico e tedesco, che hanno chiesto allo Stato ebraico di evitare una risposta militare contro l'Iran, il primo ministro Benjamin Netanyahu, ha promesso durante una riunione del gabinetto del Governo, che Israele prenderà le proprie decisioni e farà tutto il necessario per proteggersi, anche se è contrario ai consigli offerti dei suoi alleati. Indiscrezioni che si accompagnano ad informazioni di intelligence americana, secondo cui Israele avrebbe deciso di attaccare in maniera circoscritta obiettivi strategici dentro il territorio iraniano. Da parte sua il regime di Teheran si sta preparando a numerose alternative, la maggioranza delle basi militari iraniane in Siria sono state evacuate, mentre la marina militare ha deciso di scortare le navi mercantili nazionali in navigazione. Il presidente Raisi, durante una parata militare nei pressi di Teheran, mostra però i muscoli, minacciando una reazione militare totale anche a fronte di un attacco contenuto. Il Cremlino scende in campo, tentando di mediare tra i due Stati, mentre parallelamente il Qatar annuncia che in questo clima le trattative per il cessate il fuoco dentro Gaza, dove incessanti bombardamenti hanno provocato la morte almeno di altri otto bambini, sono in stallo. E così il capo politico di Hamas, Haniyeh, decide di volare in Turchia per incontrare Erdogan, con cui i rapporti continuano a stringersi sempre di più In questi mesi di guerra. Intanto si infiamma il confine Israele e Libano, Hezbollah reagisce all'uccisione dei giorni scorsi di alcuni alti comandanti con lanci di razzi in Galilea, che feriscono 14 militari e 4 civili. Israele risponde colpendo Baalbek, roccaforte di Hezbollah nell'entroterra libanese.