Donald Trump e Vladimir Putin: non un'alleanza, ma sicuramente una linea di comunicazione rimasta sempre aperta e sempre anche personale. Negli ultimi mesi telefonate, minacce di sanzioni e ultimatum: una relazione in bilico tra cooperazione e frustrazione. Trump si era già visto con Putin cinque volte durante il suo primo mandato: gli ultimi incontri a Helsinki nel 2018 e Osaka nel 2019 durante il G20, dove definirono il loro rapporto come "pragmatico". Poi l'invasione dell'Ucraina nel 2022 cambia tutto. Durante la campagna elettorale, Trump promette più volte di risolvere il conflitto in 24 ore e rivendica: "Con me non sarebbe mai cominciato". Dopo l'insediamento alla Casa Bianca il suo rapporto con il Cremlino diventa una possibile leva diplomatica. Cominciano qui i tentativi di mediazione. A febbraio la prima telefonata. Trump si mostra fiducioso e lascia intendere un possibile incontro in Arabia Saudita. Più avanti, nel corso dello stesso mese, incontra Volodymyr Zelensky nello Studio Ovale e torna sui suoi passi. Avverte, anzi minaccia Kiev sui rischi di un'escalation globale: "Stai giocando con la terza guerra mondiale", lo accusa davanti alle telecamere del mondo intero. Poco dopo la decisione di sospendere il supporto militare e di intelligence agli ucraini, poi revocata. Segue la proposta americana di una tregua di 30 giorni: Kiev accetta e Mosca no. Ed è qui che si inasprisce la tensione. Trump minaccia la Russia con sanzioni economiche e l'abbandono del tavolo delle trattative. Putin allora concede tre giorni di tregua durante la Pasqua ortodossa, ma l'irritazione della Casa Bianca non si placa. A fine maggio un attacco aereo russo su larga scala fa salire la pressione. Il tono del Presidente si irrigidisce pubblicamente, accusa Putin di voler uccidere chiunque. Torna a parlare di sanzioni. La risposta di Putin è una nuova pioggia di droni sulla capitale ucraina: è il punto di rottura tra Washington e Mosca. Trump alza il telefono per imporre un ultimatum al leader del Cremlino: 50 giorni per raggiungere un'intesa, poi ridotti a 12. Ora l'incontro tra Putin e Witkoff alla vigilia della scadenza cambia però ancora una volta le carte in tavola. .























