Se attacca Leopoli è come se attaccasse noi. È un pensiero che corre da giorni nelle menti di chi vive al confine con l'Ucraina. Un timore condiviso dai più. A Przemysl, cittadina di 60 mila abitanti a poche decine di chilometri dal punto dove sono caduti i missili russi, il timore c'è. Il pensiero va ai più giovani, ai figli e ai nipoti. In città la presenza dei marines è evidente, basta camminare per le vie del centro per incontrare i militari statunitensi e per qualcuno rappresentano una sicurezza. La speranza che non accada nulla resta. Intanto alla stazione di Przemysl continuano ad arrivare centinaia di persone al giorno. Qui giungono i treni diretti da Leopoli, viaggi che durano anche 12 ore e qui le persone trovano un sostegno medico e beni di prima necessità per continuare il viaggio, verso le diverse destinazioni europee. Ma c'è anche chi, come Margot, ha deciso di rimanere nella cittadina di frontiera, almeno per il momento, per dare una mano. È arrivata sei giorni fa dall'Ucraina, da Kiev, un viaggio complicato, anche emotivamente. Kiev è sotto assedio e restare ad aiutare è un dovere e qui mi sento al sicuro, ci dice.