Cento chilometri quadrati strappati alle forze russe. Sarebbe questo il risultato dei primi 10 giorni di controffensiva dell'esercito ucraino secondo i vertici militari di Kiev, mentre la capitale è tornata in queste ore obiettivo dei bombardamenti. Il Presidente Volodomyr Zelensky è convinto che le sorti della guerra dipendano dal successo di questa tanto anticipato operazione militare. E ci si chiede se non sia legata a questi sviluppi sul campo la più recente dichiarazione di Vladimir Putin. Il Presidente russo afferma d'essere aperto a qualsiasi contatto per discutere opzioni di risoluzione del conflitto. Le sue parole arrivano durante un ennesimo tentativo di mediazione, questa volta da parte di sei Paesi africani, le cui delegazioni viaggiano in queste ore tra l'Ucraina e la Russia e hanno in agenda incontri sia con Zelensky sia con Putin. L'Africa è divisa su questa guerra ci sono governi come quello sudafricano con robusti rapporti con Mosca, altri come quello dell'Egitto hanno invece votato alle Nazioni Unite per il ritiro delle truppe russe dal Paese. Eppure, la maggior parte dei governi del continente è accomunata da un vivo interesse per la cessazione delle ostilità. Il blocco delle esportazioni di grano e di fertilizzanti e l'incremento dei prezzi delle materie prime legati al conflitto hanno avuto un impatto sulle fragili economie locali. Intanto in Europa si discute su un maggior impegno economico dei Paesi membri della NATO, almeno il 2% del PIL nazionale dedicato al budget della difesa, è quello che da Bruxelles chiede il Segretario Generale Jen Stoltenberg, durante un incontro dei ministri della difesa, in vista del Summit a luglio, a Vilnius in Lituania, dove saranno prese decisioni per rafforzare la deterrenza e la difesa comune, anche se non esiste ancora una visione unica sull'ingresso di Kiev nell'alleanza.