Iraq, Guerini: priorità è la sicurezza dei militari italiani

08 gen 2020
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Prima di far partire l'attacco l'Iran aveva avvisato la coalizione. Già prima della comunicazione, comunque, i 40 Carabinieri ospitati nei conplane americani a Bagdad erano stati ridislocati. 30 in un conplane italiano, sempre a Bagdad. Altri 10 ad Arbil. Unendosi, dunque, agli altri nostri quattrocento militari impegnati nell'addestramento dei peshmerga curdi. E' qui che nella notte scatta l'allarme e scatta, dunque, anche la procedura prevista per la sicurezza del contingente dislocato nell'area. Tutti nei bunker antimissili insomma. “La feroce vendetta”, come l'ha chiamata la guardia rivoluzionaria iraniana, contro gli Stati Uniti è infatti iniziata e 15 missili a corto raggio colpiscono due basi irachene che ospitano militari statunitensi, quella di Al-Assad e quella, appunto, di Arbil. Ce n'è una americana a poca distanza dalla nostra, ma non è quello il bersaglio. La difesa conferma che nessun militare italiano è rimasto coinvolto. I mezzi e le infrastrutture in uso al nostro contingente non hanno subito danni. Ad Arbil contattiamo alcuni nostri soldati. La risposta è comune: “Rispetto alla situazione attuale. Per noi va tutto bene. Grazie della vicinanza che ci fate sentire.” Stesse risposte da chi sentiamo a Baghdad: “E' stata una nottata insonne, ma va tutto bene, siamo preparati in attesa delle decisioni che prenderanno dal comando interforze.” Sono 927 i militari italiani nel contingente della missione irachena, dislocati tra Baghdad, Arbil, Kirkuk e la base aerea in Kuwait. Seguiamo la situazione e l'evoluzione con la massima attenzione. “La sicurezza dei nostri militari è la priorità assoluta” spiega il Ministro della Difesa Lorenzo Guerini, che ha già contattato l'omologo iracheno Najah Aa Shammari. “Ogni possibile soluzione sarà affrontata insieme alla coalizione” afferma quindi Guerini, che già ieri, nel primo colloquio tra un esponente del nostro Governo e quello americano dall'inizio della crisi innescata dall'uccisione a Bagdad del generale iraniano Qassem Soleimani, ha confermato all'omologo statunitense Mark Kasper che il Governo punta a proseguire nella missione antiterrorismo e di stabilizzazione della Regione, ma all'interno di una cornice di sicurezza non solo per il nostro contingente in Iraq, ma anche per quelli in Afghanistan e in Libano, aree considerate a rischio per le ritorsioni iraniane al raid americano, scattate con l'operazione denominata da Teheran “Solemani Martire.”.

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