''Avevo deciso di non interferire, ma ora annuncio il mio completo ritiro dalla vita politica''. Una frase che segna un punto di rottura per i molti cittadini iracheni che hanno fatto del leader sciita Moqtada al-Sadr la loro guida. Così il capo della coalizione Sairoon -figura che ha costruito la sua popolarità diventando il simbolo contro l'occupazione americana- ha annunciato la sua ritirata. Ma cosa c'è dietro questa rinuncia? Ritorniamo al mese scorso. A luglio Al Sadr aveva ordinato ai suoi fedelissimi l'occupazione del Parlamento, dopo aver chiesto ai propri deputati di presentare le dimissioni. E infatti i suoi sostenitori non se lo sono fatti ripetere e hanno preso d'assalto la Zona Verde di Baghdad. Un evento che ora, dopo l'annuncio del leader Sadrista, si ripete, tanto da portare alla decretazione di un coprifuoco in tutto il Paese e alla sospensione di ogni riunione del Consiglio dei Ministri. Gli stessi sostenitori di Al Sadr, infatti, sono tornati a fare irruzione nell'area dove hanno sede gli uffici governativi e diplomatici, il Parlamento e le altre istituzioni chiave. Rivolte che sono state innescate dallo stallo politico che da quasi un anno ha bloccato il Paese. L'Iraq, infatti, è a un punto morto, dalle elezioni di quell'ottobre 2021, dopo le quali non si è riusciti a trovare un accordo per la nomina di un nuovo Presidente e di un nuovo Primo Ministro. Proprio per questo motivo Moqtada al-Sadr -appoggiato da molti cittadini- aveva esortato tutte le parti a lasciare gli incarichi governativi per aiutare a superare questo impasse, nonostante la sua coalizione avesse conquistato, di fatto, a ottobre la maggioranza dei seggi. E infatti quello che chiedono in molti è proprio questo: una nuova stagione politica.