Israele, Gantz si dimette dal governo: Chiedo nuove elezioni

09 giu 2024
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Sono arrivate le attese dimissioni del Ministro del gabinetto di guerra israeliano Benny Gantz seguite dal Ministro, del suo stesso partito, Gadi Eisenkot. Durante l'annuncio, in conferenza stampa, Gantz ha chiesto al Primo ministro di fissare elezioni per il prossimo autunno ed ha rivolto un appello personale al ministro della difesa Gallant e ai membri della Knesset ossia appoggiare un accordo per la liberazione degli ostaggi e di lavorare verso un piano sostenibile di integrazione regionale insieme agli alleati americani. Gantz ha accusato Netanyahu di vendere false promesse ai cittadini israeliani e di anteporre interessi personali al bene della Nazione. "Sottolineare che questo è assolutamente il momento giusto per me per ritirarmi." Parallelamente alla conferenza stampa il Primo Ministro israeliano ha pubblicato sui social un ultimo appello per l'unità nazionale, spiegando che questo non è il momento di abbandonare il governo, ma di unire le forze. Il ministro di ultradestra Ben-gvir ha annunciato che la luce delle dimissioni di Gantz e dello stallo delle trattative per il cessate il fuoco il suo partito Otzma Yehudit tornerà a votare secondo indicazioni del governo. Ora Netanyahu diventa quindi sempre più dipendente dagli alleati di estrema destra e ultra religiosi per la tenuta della maggioranza. Emergono intanto maggiori dettagli sull'operazione militare israeliana a Nuiserat che ha liberato quattro ostaggi e dove hanno perso la vita centinaia di persone, 270 secondo le autorità palestinesi meno di 100 secondo l'esercito israeliano. Stime che non fanno distinzione tra civili e combattenti e che non sono indipendentemente verificabili. Così come non lo è l'affermazione delle Brigate Al- Qassam secondo cui tre ulteriori ostaggi sarebbero morti sotto i bombardamenti israeliani. Sulla dinamica, secondo alcuni testimoni oculari le forze speciali sarebbe arrivate a Nuiserat travestite da sfollati a bordo di un camion civile; circostanza negata dall'Esercito che ha invece diramato particolari circa la cattività di tre dei quattro ostaggi liberati. Erano sequestrati a casa di un giornalista free lance ed ex portavoce del ministro del lavoro, Abdallah Al-Jamal, che nel 2019 ha collaborato con l'emittente Al Jazeera e scritto quotidianamente per Palestine Chronicle durante questa guerra. Al-Jamal, suo padre e sua moglie sono stati uccisi nell'operazione. Il governo israeliano ha esteso il divieto all'emittente Al Jazeera di operare all'interno dello Stato di Israele per ulteriori 45 giorni dopo la chiusura del suo ufficio, il 5 maggio, giustificata per motivi di sicurezza nazionale.

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