Per i russi è Krasnoarmejsk, ma tutti la conosciamo col suo nome ucraino, Pokrovsk. Mosca ne ha annunciato la caduta, Kiev ha ribattuto che non è vero, ma la realtà sul campo parla da sola. Le truppe ucraine arretrano di fronte a un'avanzata della Federazione lenta, metodica, inesorabile. L'esercito rivendica anche la conquista di Vovchansk, nella regione di Kharkiv. L'offensiva in corso da mesi insiste su Pokrovsk perché rappresenta il nodo centrale. Di lì i russi puntano a dilagare verso Ovest e completare l'occupazione del Donetsk e aprirsi una direttrice verso Kiev. Un obiettivo militare certo ma anche simbolico. Dopo mesi di annunci, rinvii, scadenze fissate e poi spostate dalla propaganda russa, la caduta di Pokrovsk viene presentata come la svolta. Ma il punto è proprio questo, lo è davvero? Lo si era detto anche per Bakhmut tra il 2023-24 per mesi si era ripetuto lo stesso mantra. Quando cadrà nulla potrà più fermare l'avanzata russa nelle pianure ucraine. Bakhmut è caduta e non è accaduto nulla di tutto ciò. Anzi si è parlato della inutilità di uno scontro sanguinoso trasformato in una resa dei conti personale tra Putin e Zelensky. Kiev continua a ripetere: "Le vittorie annunciate da Mosca non corrispondono alla realtà del fronte". Mosca, dal canto suo, insiste nel rivendicare pesanti perdite ucraine nella difesa di Vovchansk, pur senza fornire prove indipendenti. E un altro segnale arriva dal Cremlino informato dalla presunta. conquista di Pokrovsk e Volchansk, Putin ha ringraziato i Comandanti e ha assegnato alle truppe l'ordine di prepararsi a sostenere le operazioni militari durante l'inverno. Un messaggio chiaro, la Russia non ha alcuna intenzione di chiudere la guerra in tempi brevi. .























