L’allarme parte dalla Francia. Secondo la ministra della difesa di Emmanuel Macron, Florence Parly, l’Europa rischia di essere alla portata dei missili nordcoreani prima del previsto, e dunque, lo scenario di un grande conflitto globale non può essere scartato. D’altronde, l’Europa non sembra intenzionata a vivere le tensioni degli ultimi mesi come una questione che si gioca solo fra le due sponde del Pacifico. I missili a lunga gittata di Kim Jong-un, se possono arrivare negli Stati Uniti, possono toccare anche il Vecchio Continente. Non a caso, le Cancellerie europee sono in contatto costante con la Casa Bianca. Dopo la Cancelliera tedesca, Angela Merkel, anche la premier britannica, Theresa May, ha parlato con Donald Trump. I due hanno concordato che la Cina deve fare di più, aumentando la pressione su Pyongyang, ma il ruolo di Pechino, così come quello di Mosca, resta di fatto ancora ambiguo: da un lato, Russia e Cina infatti condannano le azioni della Corea del Nord, dall’altro non sono pronte ad appoggiare le nuove sanzioni che gli Stati Uniti sono determinati a proporre in una risoluzione che verrà presentata al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite la prossima settimana. Il perché lo ha spiegato lo stesso presidente russo, Vladimir Putin, definendo le nuove sanzioni inutili, dato che secondo il Cremlino, Kim Jong-un sarebbe pronto a far mangiare al suo popolo erba, pur di portare avanti il programma nucleare e i test balistici. Dubbi che trovano conferme nelle parole dell’ambasciatore di Pyongyang presso l’Onu, a Ginevra, che ha fatto presente che le mosse della Corea del Nord sono da interpretare come un pacco regalo per gli Stati Uniti, che devono prepararsi a riceverne altri, come dimostrano anche le informazioni di intelligence sudcoreane, secondo cui Kim Jong-un avrebbe posizionato i missili sulla costa e sarebbe pronto ad un nuovo lancio.