Decisamente controcorrente rispetto ai loro tempi, fuori dagli schemi. Non hanno solo contribuito alla nascita e allo sviluppo dell’informatica: l’hanno inventata. Sono le fantastiche quattro pioniere della tecnologia digitale, donne speciali, con strepitosi talenti che screditano l’equazione che associa al genere maschile una innata attitudine per le scienze matematiche. Le donne che con il loro lavoro hanno dato alla luce il villaggio globale e interconnesso che abitiamo, al di là del genere appartengono ad una élite di straordinarie personalità umane, come Ada Byron Lovelace, meglio nota come come “la madre dell’informatica”, figlia di Lord Byron, che alla poesia preferì (a ragione) la matematica. Una inventrice che, nel 1832 (ben prima della rivoluzione industriale), lavorò ad un calcolatore, mai realizzato, e i cui appunti permisero un secolo dopo la costruzione dei primi computer. Questa donna tecnologica d’altri tempi generò addirittura il primo algoritmo della storia. Tra le donne più tecnologiche della storia, un posto d’onore va a Grace Murray Hopper, l’inventrice del linguaggio Cobol. Scienziata e contrammiraglio della Marina USA, la Hopper creò anche il primo computer digitale e coniò il termine “bug”. Avvicinandoci ai tempi nostri, tra le donne che hanno dato impulso alla Rete, Radia Perlman: riconosciuta dalla comunità scientifica, “la madre di internet”, che sviluppò il protocollo STP, colonna portante del web. Appassionata fin da bambina di cultura hacker, la 35enne Pariza Tabriz è oggi la “principessa della sicurezza di Google”, nota a livello mondiale come il mago della web security. Se, come disse un cantautore italiano, “sono le donne che fanno il mondo”, quattro di queste l’hanno fatto avanzare rendendolo migliore. .