Libano, uomo armato entra in banca: "Ridatemi i soldi"

11 ago 2022
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Si è arreso solo dopo sei ore di negoziazione Bassam al-Sheikh Hussein. All'ombra della peggiore crisi finanziaria della storia del Libano l'uomo, 42 anni, in preda alla disperazione è entrato in una filiale della Federal Bank di Beirut nel quartiere di Hamra con un'arma da fuoco in mano, una tanica di benzina e una richiesta ben chiara: lo sblocco dei suoi risparmi. Circa 200 mila dollari bloccati ormai da tre anni in seguito al fallimento del sistema bancario libanese. I soldi, secondo i media locali, sarebbero serviti per curare il padre in fin di vita in un letto di ospedale. Ad un primo rifiuto della banca di liquidare il conto l'uomo avrebbe minacciato di darsi fuoco. Poi dopo ore di tensione e panico l'istituto di credito ha accettato di concedere a Bassam al-Sheikh Hussein circa 30 mila dollari in cambio però del rilascio delle sei persone in ostaggio: un cliente e cinque impiegati incluso il direttore della banca. Per strada intanto la folla si è radunata davanti alla filiale in segno di solidarietà con l'uomo. Perché Bassam, come la maggioranza dei risparmiatori libanesi titolari di conti correnti e depositi in valuta pesante, è vittima del sistema bancario. Dal 2019 infatti le banche hanno limitato i prelievi di valuta estera. Una decisione che ha di fatto congelato i risparmi della gente. Così ad oggi più di tre quarti della popolazione si trova in difficoltà.

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