Altro braccio di ferro tra Benjamin Netanyahu e l'amministrazione americana di Joe Biden. Mentre il Primo Ministro israeliano esorta la Casa Bianca a fornire ad Israele le armi necessarie per continuare la guerra all'interno della Striscia di Gaza, con lo scopo di arrivare alla fine del conflitto il prima possibile, il Segretario di Stato statunitense Antony Blinken ribatte che Washington sta tentennando per il timore che le bombe potrebbero essere utilizzate, dall'esercito israeliano, in aree densamente popolate. A cercare di frenare la pressione militare, fortemente voluta dal Leader del Likud, non ci sono solo gli Stati Uniti ma anche una larga parte della popolazione israeliana. Cittadini che riempiono le piazze dello Stato ebraico mostrando, in questo modo, insoddisfazione verso la leadership politica a cui, da mesi, si chiedono elezioni anticipate oltre al raggiungimento di un accordo che porti alla liberazione degli ostaggi e a un cessate il fuoco a Gaza. L'unico modo, per Washington, per placare anche le frizioni tra il nord di Israele e il sud del Libano. Un messaggio recapitato a Beirut da Amos Hochstein, inviato speciale di Biden, che nell'ennesimo tour medio orientale prova a spingere le parti ad optare per una soluzione diplomatica, per evitare che la guerra di attrito tra l'IDF e gli Hezbollah libanesi sfoci in un conflitto regionale.























