Un preaccordo c'è, un contratto vero e proprio non ancora. Ma dopo che Moderna ha annunciato un'efficacia del 94,5% del suo vaccino la Commissione europea punta ora ad assicurarsene almeno 160 milioni di dosi. Ma la società americana avverte: il prolungarsi delle negoziazioni rallenterà le consegne, mentre altri Paesi come gli Stati Uniti hanno la priorità perché hanno firmato già da mesi. L'Europa in effetti finora ha puntato più su altri candidati vaccini, a partire da quello prodotto da AstraZeneca, cinque in tutto le forniture già siglate, l'ultima proprio adesso con la tedesca CureVac. La Commissione che si muove su mandato dei 27 stati membri, difende anche la segretezza dei contratti. Si tratta di dati sensibili, spiegano da Bruxelles, senza riservatezza su prezzi e clausola infatti i negoziati si complicherebbero. In attesa del vaccino l'esecutivo europeo punta almeno a semplificare la vita dei cittadini. In arrivo una raccomandazione per l'uso, soprattutto nel settore dei viaggi dei test rapidi antigenici, che molti Paesi membri ancora ignorano. Sul fronte economico della pandemia invece da Bruxelles sono partiti altri 6,5 miliardi di prestiti all'Italia per finanziare la cassa integrazione, mentre resta lo stallo sul Recovery Fund bloccato dal veto di Ungheria e Polonia, contrarie al meccanismo che lega i fondi al rispetto dello Stato di diritto. Il Commissario Gentiloni si dice preoccupato per l'allungamento dei tempi, ma fiducioso che un'intesa alla fine si troverà. La palla passa ora i 27 leader che si vedranno giovedì in videoconferenza, ma difficilmente questo sarà il vertice risolutivo, nonostante il forte pressing della Germania su Varsavia e Budapest.