Un voto decisivo per capire se la Moldavia andrà in direzione dell'Europa o della Russia. I cittadini votano per il primo turno delle elezioni presidenziali e per il referendum che intende inserire l'obiettivo dell' adesione all'Unione Europea nella Costituzione Nazionale. Piccolo paese con meno di 3 milioni di abitanti di lingua romena ma con importanti minoranze russe ed ucraine, la Moldavia è il più povero paese europeo incastrato tra Ucraina e Romania e con un enclave russofona, la Transnistria, che si è separata unilateralmente dalla Moldavia dopo il crollo dell'Unione Sovietica dichiarando la propria volontà di annessione alla Russia nel 2006 con un referendum non riconosciuto dalla comunità internazionale. Nel paese da sempre, non solo in Transnistria, il vento della propaganda filorusse è molto forte; ma al potere da quattro anni, c'è la presidente Maia Sandu democratica, filo- occidentale e contraria alla invasione dell'Ucraina da parte della Russia. La Sandu cerca un secondo mandato e ha voluto il referendum per rendere irreversibile il cammino verso l'integrazione europea entro il 2030. Se nei sondaggi, il Sì al referendum è dato al 56% contro un 25% di apertamente contrari, per il voto presidenziale, la Sandu è sì favorita con un 35% di preferenze, ma lontana da una vittoria al primo turno. Contro di lei, una pletora di 16 candidati nessuno dei quali supererebbe il 10% ma che la costringeranno verosimilmente al ballottaggio previsto per il 3 novembre. Da sempre, i principali rivali della presidente sono Ilan Shor, un oligarca filorusso il cui partito è stato dichiarato incostituzionale per i tentativi di destabilizzare il paese promuovendo l'influenza russa e il Partito Socialista anch'esso filorusso. La presidente, dunque favorita, come il sì al al percorso di integrazione europea, ma il timore di interferenze da parte del Cremlino su queste elezioni resta sempre molto alto.