La natura con le sue condizioni estreme nel futuro immaginato da Edward Enninful, l'ambientazione minimalista di Hiroshi Fujiwara. Il laboratorio creativo di Donald Glover ispirato alla Gilda Farme in California. Il percorso creativo di Lululi immaginato attraverso uno specchio, il paesaggio futuristico di Asaf Rocky. La sfilata infinita di Jil Sander e poi le gare di go-kart di Palm Angels, il ritorno alla natura nel giardino post- apocalittico di Will Smith. Il mix tra design ipermoderno e l'ispirazione anni '80 e '90 delle creazioni in Mercedes Benz by Nico, il refuge di montagna di Rick Owens. 10 esperienze uniche, 10 collezioni straordinari, sono i 10 quartieri della City of Genius, il nuovo capitolo di Moncler che quest'anno ha fatto tappa a Shanghai. "Noi vogliamo in qualche modo essere globali e cerchiamo di avere e saper leggere i consumatori di tutto il mondo, avere una strategia unica, ma nello stesso tempo, essere domestici. Ci sembrava che dopo l'Italia, l'Inghilterra, la Cina fosse uno dei mercati importanti per dover comunicare questo progetto ambizioso ma molto, molto unico". I confini svaniscono perché mondi e contesti culturali diversi si incontrano ispirandosi a vicenda perché il genio creativo, ci spiega Remo Ruffini presidente amministratore delegato di Moncler, vive in ognuno di noi. "Io penso sempre a quei ragazzi che sono il nostro building. Come sapete Genius è un building immaginario, un building giallo con delle finestre e cerchiamo ogni volta di trovare dei geni che possano interpretare la nostra marca ma con la loro intuizione, con la loro creatività. Io credo che ci sia sempre grande libertà ma con il grande rispetto della nostra marca perché credo che i contrasti o le unioni dei contrasti creano una grande fantasia, una grande energia".