Il Principe delle gaffe per il mondo intero, la mia roccia per la Regina Elisabetta II. Con Filippo di Edimburgo se ne va uno dei membri più contestati e apprezzati della Famiglia Reale, conservatore nei modi e visionario nei contenuti, capace di passare la sua intera vita, lui classe 1921, un passo indietro la donna che ha sposato, amato e sostenuto. Nato Principe di Grecia, il trono sarebbe stato il suo futuro se la rivoluzione non lo avesse costretto all'esilio, ma al trono rinunciando ai suoi titoli e trovando riparo sotto l'ala dello zio Lord di Mountbatten, ultimo Vicere d'India arriverà poi lo stesso e il trono sarà quello di Buckingham Palace. Un matrimonio quello di Filippo e Elisabetta inizialmente osteggiato dall'establishment anche per i legami delle sorelle di lui con il Regime Nazista, immediatamente amato dai sudditi che ci lessero l'ottimismo del futuro a guerra finalmente vinta, e alla fine parte integrante del Regno più lungo della storia Britannica. Lui e lei lei e lui insieme hanno attraversato la storia del Novecento, insieme l'hanno testimoniata e influenzata. Solo un esperto scopritore di targhe rideva di se e del suo ruolo marginale che in realtà affrontò con dedizione e lo porto in tutto il mondo prima del ritiro a vita privata nel 2017. Soprattutto era l'unico che si poteva permettere di trattare la Regina da persona ordinaria ed era l'unico con cui la Regina poteva permettersi di essere se stessa. Fu lui a suggerire nel 1958 l'abolizione della presentazione a Palazzo delle debuttanti, lui a insistere affinché il messaggio di Natale della Regina fosse trasmesso alla televisione. Intuì l'importanza dell'Industria ambientale, colse la necessità di una riforma dell'Industria Britannica. Gaffeur d'eccezione, se ha quattro gambe non è una sedia, i Cantonesi lo mangeranno, allergico alla stampa, da scimmie a zanzare fastidiose i paragoni si sprecano, pilota d'aerei giocatore di polo, navigatore pittore conducente di carrozze. La Royal Navy da cadetto fu la casa che non aveva mai avuto, la Seconda Guerra Mondiale da eroe, fu l'università che poi non senti mai il bisogno di frequentare. Quinta essenza dello humor e del senso di superiorità Britannico, il suo cruccio maggiore fu non aver potuto dare ai suoi discendenti il suo cognome. Conto meno di un'ameba, disse all'epoca un dolore poi sanato almeno in parte ma che racconta l'uomo. E' mia consuetudine invariabile quella di dire qualcosa di carino all'inizio per essere poi scusato se dovessi dire qualcosa di inappropriato più avanti, spiegava in un'intervista e con quell'approccio ha affrontato tutta la vita. Quasi anaffettivo nei confronti dei figli privo di alcuna stima nei confronti di Carlo, trattò Diana con molta durezza ma anche con onestà. Non so quale uomo sano di mente possa lasciarti per Camilla, le scrisse alla fine. Grande sostenitore di William ed Harry, in molti spiegano lo scisma dei Duchi del Sussex anche con il suo progressivo allontanamento dalle questioni di famiglia. Ma le cronache di quei giorni lo raccontano profondamente ferito per la sostanza e per la forma, una mancanza di rispetto nei confronti della Regina. Quella Regina quella Corona quelle Forze Armate che lui ha servito per tutta la vita. Nel 1992 a chi gli chiedeva cosa pensasse della sua di vita rispose, avrei preferito rimanere in Marina francamente, ma l'amore per Elisabetta gli aveva dato un'altra barca da copilotare, oggi sul ponte di comando la bandiera lo saluta, il Regno Unito dice addio al suo principe.