In primo piano i diritti umani. Il comitato del Nobel per la Pace, guarda all'area della crisi che spaventa il mondo e va ad Ucraina, Russia e Bielorussia. Ales Bialiatski il dissidente bielorusso attualmente in carcere e due ONG per i diritti umani: una russa e una ucraina. "Scelti perché hanno compiuto uno sforzo eccezionale per documentare i crimini di guerra, le violazioni dei diritti umani e l'abuso di potere. Insieme dimostrano l'importanza della società civile per la pace e la democrazia", sono le parole del Comitato. A sottolineare il chiaro messaggio del Comitato a sostegno dei diritti civili in Europa dell'Est e in contrapposizione all'asse Putin-Lukashenko, il riconoscimento anche a "Memorial", l'organizzazione Internazionale fondata in Russia alla fine degli anni '80, per documentare gli orrori del comunismo. Un riconoscimento atteso dopo la chiusura e l'esproprio della sede di Memorial da parte di Putin e una motivazione importante: "un'organizzazione basata sulla nozione che, confrontare crimini passati, è essenziale nel prevenire i nuovi." "Possiamo dire che è anche un po' tardivo, ma è un segnale molto importante per un'associazione che da anni e anni, prima di tutto fondata dal Premio Nobel Andrej Sacharov e poi, che da anni, si è occupata, prima della memoria delle repressioni, della memoria del Gulag, della memoria della storia della Russia del '900, e poi si è dedicata attivamente sulla difesa dei diritti umani, a cominciare dalle Guerre in Cecenia. Poi credo che il punto cruciale di scontro, anche con l'amministrazione di Putin, è stato quando Putin, con la Russia, ha annesso la Crimea, Memorial ha criticato apertamente questa decisione.".























