È diventata una delle protagoniste di queste Olimpiadi. La Senna ha richiesto investimenti ad hoc e causato un po' di stress alle federazioni di triathlon e nuoto per via di annullamenti e rimandi. Ma passate le gare di triathlon si può dire il bello deve ancora venire. Le competizioni di nuoto di fondo. Un percorso di 1,67 km ad anello ripetuto fino a raggiungere la distanza di 10 km, come un circuito di Formula 1, ma in acqua, l'acqua del fiume. Lo scenario sarà ancora una volta impressionante tra gli Champs Élysées e An Invalides, in un punto d'acqua controllato ogni giorno. Gli azzurri coinvolti sono quattro, Giulia Gabbrielleschi, Ginevra Taddeucci, Domenico Acerenza, Gregorio Paltrinieri. I loro allenamenti hanno preferito farli in piscina per evitare rischi di contaminazione all'alba delle gare, eppure non è la prima volta nella storia delle Olimpiadi che la location scelta per le competizioni di nuoto in acque libere solleva polemiche. La disciplina fa parte dell'agenda olimpica dal 2008, in quell'anno le gare si svolsero in un bacino artificiale, così come nel 2012 a Londra. Una nuotata nella Serpentine nel cuore di Hyde Park. Fu invece nel 2016 a Rio e nel 2021 a Tokyo che si volle portare gli atleti nell'oceano, uno spazio aperto naturale immenso che pure causò le preoccupazioni delle federazioni a causa della scarsa pulizia dell'acqua. Le critiche sui luoghi scelti per il nuoto in acque libere, insomma, fanno parte della storia di questa disciplina, ma i rischi di infezione nuotando nella Senna, anche quando i parametri di sicurezza vengono rispettati, esistono. Al punto che quando l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha dato notizie di una quarantina di atleti risultati positivi al Covid o altre malattie respiratorie durante queste Olimpiadi, c'è chi come l'infettivologo Matteo Bassetti, ha commentato dicendo che pure il Covid sarebbe stato un rischio minimo di fronte a una nuotata nella Senna.