105° giornata mondiale del migrante e del rifugiato. Sorrisi e canti prendono il posto del dolore in quelli che sono riusciti a compiere il loro viaggio verso una vita diversa. E Bergoglio, all'omelia dice che la Bibbia identifica gli stranieri come una categoria protetta. Le guerre ci sono solo in alcune parti del mondo, spiega il Papa, ma le armi per farle vengono prodotte e vendute in altre regioni le quali però poi non vogliono farsi carico dei rifugiati prodotti da quei conflitti. Come cristiani non possiamo restare indifferenti di fronte al dramma delle vecchie e nuove povertà. Non possiamo rimanere insensibili col cuore anestetizzato di fronte alla miseria di tanti innocenti. Non possiamo non piangere, non possiamo non reagire. Francesco forse pensa ai porti che in tante nazioni vengono chiusi alle navi dei migranti, quando dice che amare il prossimo significa provare compassione per la sofferenza dei fratelli e di accompagnarli nei più vicini luoghi di accoglienza. Significa farsi prossimi di tutti i viandanti malmenati, abbandonati sulle strade del mondo, per lenire le loro ferite e portarli al più vicino luogo di accoglienza dove si possa provvedere ai loro bisogni. Al termine il Papa inaugura una grande scultura dedicata ai migranti di ieri e di oggi e di tutte le Nazioni.