Il ramoscello d’ulivo è ancora lontano, ma lo spirito olimpico sembra aver avuto i suoi effetti portando ad un nuovo ed inedito periodo di distensione. Inedito almeno da quando Kim Jong-un è al potere in Corea del Nord, un potere esercitato anche con la ripresa massiccia del programma nucleare e dei test balistici che tanto negli ultimi mesi hanno contribuito ad alzare l’asticella della tensione sullo scacchiere internazionale. Ma in questi ultimi giorni qualcosa, appunto, sembra cambiato. Prima lo storico invito al Presidente sudcoreano Moon Jae-in per recarsi a Pyongyang, invito consegnato dalla sorella del dittatore nordcoreano, Kim Yo-Jong, messaggera di distensione in questi primi giorni olimpici. Adesso le parole di Mike Pence, il Vicepresidente americano, che in un’intervista al Washington Post ha aperto alla possibilità di una ripresa del dialogo, anche se Washington continuerà a mantenere la pressione e soprattutto le sanzioni fintanto che non vedrà da parte di Kim Jong-un progressi concreti verso la denuclearizzazione. Un passo avanti significativo, soprattutto considerando che durante la cerimonia inaugurale dei Giochi Mike Pence si era rifiutato anche solo di dare la mano a Kim Yo-Jong, seduta appena dietro di lui, proprio perché – aveva precisato il Vicepresidente USA – nonostante le Olimpiadi, il mondo non doveva dimenticare gli orrori di cui sono capaci i nordcoreani. Ma l’invito fatto a Moon a recarsi a Pyongyang sta rappresentando una chiave di volta non solo per i rapporti fra le due Coree, dato che lo stesso Presidente sudcoreano ha precisato che una delle condizioni per accettare l’invito dovrà proprio essere la riapertura, anche minima, di un canale diplomatico di confronto fra la Corea del Nord e gli Stati Uniti.