Le cronache giudiziarie italiane e non solo, raccontano che solitamente, la condanna in secondo grado viene ridotta quando non confermata dai giudici chiamati a decidere. Non nel caso di Oscar Pistorius, l’ex atleta paralimpico passato dall’essere un modello da seguire da parte di tanti giovani sportivi all’assassino della sua fidanzata Reeva Steenkamp. L’ex velocista sudafricano, già condannato a sei anni in primo grado, si è visto più che duplicare la pena in appello. I giudici hanno infatti stabilito che dovrà scontare 13 anni e mezzo di carcere. La prima sentenza aveva suscitato scalpore e non poca indignazione, e ora la Corte Suprema d’Appello di Bloemfontein ha deciso che una significativa correzione fosse necessaria. Pistorius era stato inizialmente condannato per omicidio colposo, e solo successivamente il capo di imputazione era stato trasformato in omicidio volontario. Invano la sua difesa aveva cercato di sostenere la tesi per la quale l’uomo aveva ucciso la modella sudafricana per errore, credendo fosse in corso una rapina, nella notte di San Valentino del 2013. Il ricorso contro la sentenza era stato presentato dalla Procura di Stato, che contestava una pena troppo leggera. Secondo quanto spiegato in aula, l’ex atleta, ora trentenne, non presente alla lettura della sentenza, avrebbe dovuto essere condannato a 15 anni. Ma la Corte ha tenuto conto del periodo già scontato in galera. La famiglia della vittima ha accolto con soddisfazione la notizia.