La speranza che la presenza degli osservatori dell'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica nella centrale di Zaporizhzhia potesse avere anche una funzione di deterrente contro i bombardamenti si è rivelata illusoria. La notte scorsa sono state avvertite esplosioni nei pressi dell'impianto. Secondo quanto riferisce Kiev Independent, un video mostrerebbe il lancio di razzi dall'interno della centrale verso il territorio ucraino. Sabato Mosca ha interrotto il rifornimento elettrico all'Ucraina, ufficialmente per ragioni tecniche. Un guasto a due linee che secondo quanto riferito dalle autorità russe sarebbe stato provocato dai bombardamenti di Kiev. I russi dicono di aver respinto un'incursione navale di 250 uomini delle forze di sicurezza ucraine supportati da mercenari dal fiume Dnipro, accanto all'impianto. Kiev liquida le affermazioni dell'avversario come pure fantasie, inventate dai russi per nascondere i loro fallimenti. L'unica certezza su Zaporizhzhia è che entro martedì la delegazione della AIEA dovrebbe pubblicare una prima relazione. Nell'impianto resteranno tempo indefinito due dei 15 ispettori inviati da Vienna giovedì. A chi sperava che questi uomini potessero fermare il fuoco ormai è chiaro l'intervento delle Nazioni Unite non sarà sufficente. Il Presidente turco Erdogan, in un colloquio telefonico con Vladimir Putin, ha offerto di nuovo la propria mediazione. La guerra prosegue, sorda agli appelli internazionali. Negli ultimi raid russi sull'area intorno a Mykolaiv sono morti sette civili, tra loro un bambino di otto anni. Sotto le bombe anche Sloviansk e Kramatorsk. Si muore nei bombardamenti ma si muore anche lavorando nei campi, come è successo qui a Oktrika vicino a Charkiv, dove un agricoltore è saltato su una mina anticarro lascia dai russi.























