Che lo abbia fatto di proposito o che sia stata solo distrazione, l’immagine della stretta di mano chiesta e non concessa resta quella con cui si racconterà negli anni a venire il primo incontro storico fra Angela Merkel e Donald Trump. Un’immagine che racchiude l’incomprensione e l’incolmabile distanza fra i due principali leader del mondo libero, emersa nel vertice di ieri su più tematiche, a partire dall’immigrazione. “L’immigrazione è un privilegio, non un diritto. La sicurezza dei nostri cittadini deve essere sempre la prima, deve venire sempre prima, senza dubbio”. Parole, quelle di Trump, a cui la cancelliera tedesca ha replicato ricordando sì l’importanza dei controlli alle frontiere, ma anche il dovere che le potenze occidentali hanno nei confronti dei rifugiati che stanno scappando da guerre e povertà. Sul commercio il Presidente americano ha messo in chiaro che il suo non è isolazionismo, ma senso di giustizia, mentre la Merkel, che ha portato con sé una delegazione di rappresentanti delle principali aziende tedesche, ha ribadito che nel mondo attuale non si può prescindere da scambi liberi e ha dunque suggerito a Trump di uscire dalla logica di dazi e trattative bilaterali, per guardare all’insieme del mercato europeo, tanto che la cancelliera ha auspicato una ripresa dei negoziati del TTIP, l’accordo di libero scambio fra Unione europea e Stati Uniti, auspicio a cui il suo interlocutore non ha assolutamente dato seguito. D’altronde, anche quando era solo un candidato, Trump aveva più volte preso di mira la Germania per il suo surplus nelle esportazioni e ha continuato una volta arrivato alla Casa Bianca minacciando di introdurre tariffe sulle importazioni che potrebbero danneggiare in particolar modo l’industria automobilistica tedesca, senza considerare che la Merkel rappresenta per lui l’emblema di quell’Europa unita per cui il Presidente americano non ha mai nascosto la sua insofferenza. Non a caso a suggellare questo freddo, ma necessario dialogo fra due anime e due modi di interpretare la politica così diversi non sono mancati momenti di imbarazzo, come appunto la stretta di mano mancata o la frecciata con cui Trump ha insinuato che in fondo l’unica cosa che avesse in comune con la cancelliera fosse il fatto che entrambi fossero stati spiati da Obama.