Non si fermano le proteste pro Gaza nei campus americani e cresce il rischio che saltino persino le cerimonie di laurea, come già accaduto alla University of Southern California, che ha clamorosamente cancellato la cerimonia del 10 maggio per motivi di sicurezza. Una contestazione che prosegue nonostante la tensione salga, nonostante le forze dell'ordine in alcuni casi abbiano usato lacrimogeni, proiettili di gomma e anche taser, come dimostrano queste immagini arrivate dalla Emory University di Atlanta, Georgia, dove una trentina di studenti sono stati arrestati. Nelle ultime settimane complessivamente nelle principali università statunitensi si contano quasi 600 arresti, eppure le manifestazioni pro Gaza vanno avanti. "Ho come la sensazione che la storia si stia ripetendo", dice questo studente di origine coreana. "Non posso accettare questo senza reagire. Devo onorare la storia da cui provengo, devo prendere posizione e dire no a tutto questo". Dalla Columbia di New York, dove per la prima volta dalle proteste per la guerra in Vietnam, le forze dell'ordine sono entrate assetto antisommossa alla Tempe, l'Università dell'Arizona, alla George Washington, Washington D.C., le proteste dilagano e travalicano i confini. In Gran Bretagna manifestazioni ci sono svolte a Londra, University College e a Warwick. Tendopoli pro Gaza sono arrivate perfino in Australia, alle università di Sydney e Melbourne. A Parigi, nella tarda serata, gli studenti pro Palestina hanno trovato un accordo con il rettore e l'occupazione della storica sede di Sciences Po a Parigi è terminata. Ma l'attenzione rimane alta.