Nulla è dato per scontato nella guerra in Ucraina e nella determinazione di Kiev alla riconquista del suo territorio. Mentre Putin firma l'atto ufficiale d'annessione delle quattro regioni occupate dopo il referendum, illegittimi per Kiev e la comunità internazionale, annesse alla Federazione, le truppe ucraine riconquistano territorio e avanzano sulla linea del fronte a Kherson, ma anche a Lugansk l'alta pressione dello scontro è ammessa anche dall'auto proclamato governatore della regione. Zelensky nella notte conferma la riconquista dei territori. Dal fronte dispacci sempre più desolanti sulla tenuta delle forze russe, molti si sarebbero trovati in stato di ferma permanente pur non volendo, mentre i successi ucraini galvanizzano Kiev. Si combatte aspramente su tutta la linea dei territori occupati. Ma è la centrale nucleare di Zaporizhzhia la contesa più pericolosa. Putin con decreto inserisce formalmente l'impianto negli asset energetici russi, per Zelensky atto invalido, un tentativo illegale di riprendere il controllo della centrale nucleare di Zaporizhzhia, condannato anche dal Ministro degli Esteri ucraino Kuleba. L'impianto di Zaporizhzhia è stato annesso alla società per l'energia nucleare russa Rosatom che già in queste ore sta riaccendendo il reattore 6, spento lo scorso 11 settembre. Movimenti che mettono in allerta il direttore generale dell'agenzia internazionale per l'energia atomica, la AIEA Mariano Grossi e lo spingono ad un viaggio nei prossimi giorni a Kiev per consultazioni. Intanto gole profonde dell'intelligence americana rilevano che ci sarebbero gli ucraini dietro l'autobomba che ha ucciso Darya Dugina, la figlia di Dugin filosofo e politologo russo sostenitore della rinascita della grande Russia, ma Zelensky sarebbe all'oscuro.