"Non permetteremo a nessuno di minacciarci. Le forze nucleari sono sempre in allerta ma la Russia farà di tutto per prevenire uno scontro globale. E i soldati russi che combattono in Ucraina sono degli eroi". C'è tutto Vladimir Putin nel suo discorso alla parata militare sulla Piazza Rossa per ricordare la vittoria contro il nazifascismo nella Seconda Guerra mondiale che è da sempre uno dei cavalli di battaglia del presidente, figlio di un soldato che difese Leningrado durante l'assedio. Putin ha respinto la pretesa di eccezionalità da parte della NATO addebitando l'aumento della deterrenza nucleare russa all'escalation voluta dall'Occidente che difende gli odierni seguaci dei nazisti, che per Putin sono gli ucraini. La risposta di Zelensky, che dopo l'invasione russa ha spostato le celebrazioni per la vittoria all'8 maggio, allineandosi con l'Europa occidentale, arriva con un video dai toni scuri citando gli ennesimi bombardamenti russi su obiettivi civili - Kharkiv è la città più martoriata in queste ultime settimane - e dopo aver fatto sapere di aver sventato l'ennesimo presunto tentativo russo di assassinarlo. Il presidente ucraino parla anche lui di vittoria sul nazismo ma è la vittoria ucraina sull'odierno fascismo russo e paragona il Cremlino e l'invasione russa alle politiche del Terzo Reich. Una retorica uguale e contraria a quella di Putin. Sul campo però le forze sono ancora impari con la Russia che avanza. Così Putin ha buon gioco a esporre, durante la parata, i missili nucleari davanti ai veterani della Grande Guerra e a quelli del Donbas. È come se dicesse a Zelensky: "Guarda qui. Non abbiamo neanche usato le nostre armi migliori".























