I sette colori non sono ammessi. I capitani delle nazionali non potranno indossare la fascia arcobaleno in segno di solidarietà alla comunità LGBTQ+. Una decisione annunciata con una nota di protesta dalle federazioni di Inghilterra, Galles, Belgio, Olanda, Germania, Svizzera e Danimarca chiarendo che in merito la FIFA è stata molto chiara: chi vìola la regola sarà ammonito rischiando addirittura l'espulsione. Una minaccia disciplinare per le federazioni pronte a pagare le multe previste per le violazioni sul kit di gioco ma che a questo punto sono state costrette a chiedere ai capitani un passo indietro. E secondo fonti del governo del Qatar, dove l'omosessualità è punibile con 3 anni di carcere, la decisione è stata presa dalla FIFA senza ingerenze. Da tempo ONG, stampa e associazioni di tifosi denunciano la scelta di affidare i Mondiali di calcio ad un Paese che vìola i diritti umani nei confronti delle donne e della comunità LGBTQ+ e dei lavoratori migranti. Niente fasce arcobaleno dunque. Ma sì a fasce con slogan generici in difesa di diritti procurate dalla FIFA stessa. Così ha dovuto fare il capitano dell'Inghilterra Harry Kane. "No alle discriminazioni" si legge sul suo braccio durante Inghilterra-Iran. Partita che prima del fischio d'inizio ha visto i giocatori dell'Inghilterra in ginocchio in segno di protesta per la sorte dei manifestanti e i giocatori dell'Iran, fischiati da una parte dei tifosi, in silenzio durante l'inno in segno di solidarietà con la protesta che da mesi attraversa il loro Paese e che è arrivata anche a Doha. Se la curva iraniana ha fischiato la decisione di non cantare l'inno, un gruppo di tifosi ha invece raggiunto lo stadio in corteo con cartelli e slogan, ballando sulle note della canzone che è diventata l'inno delle manifestazioni per Mahsa Amini.























