Lo scandalo che ha travolto l'Europarlamento è un fiume in piena. Gli inquirenti belgi non hanno dubbi: Antonio Panzeri è l'anima della vasta organizzazione fraudolenta del Qatargate. È quanto si legge nel mandato di arresto europeo firmato dal giudice belga Michel Claise e notificato a Maria Colleoni e Silvia Panzeri, rispettivamente moglie e figlia dell'ex eurodeputato, in attesa dell'udienza che dovrà decidere sulla loro consegna ai magistrati di Bruxelles. E cresce l'ipotesi che la rete di eurodeputati e funzionari dell'Unione coinvolti nella trama di corruzione sia destinata ad ampliarsi in modo significativo. Non solo. È l'eurodeputato socialista spagnolo, Lopez Aguilar, a non escludere che l'origine dell'indagine possa essere un informatore all'interno del Parlamento stesso. Intanto emerge che Panzeri già dal 2011 andava regolarmente a Rabat, protetto ma anche sorvegliato dalle autorità locali e dagli 007 marocchini. E l'opinione degli inquirenti è che da allora si sia messo a disposizione delle ingerenze di Rabat e degli Emirati Arabi per influenzare le decisioni politiche di Bruxelles in cambio di denaro. Soldi che oltre agli 1,5 milioni di euro cash rintracciati dalla polizia belga, sarebbero presenti in cifre consistenti anche sui primi sette conti italiani esaminati dalla Guardia di Finanza in esecuzione di un ordine di investigazione europeo. La pista marocchina porterebbe anche sotto la lente degli investigatori all'eurodeputato del Partito Democratico Andrea Cozzolino, presidente della delegazione del Parlamento Europeo per le relazioni con i Paesi del Maghreb e delle commissioni parlamentari miste UE-Marocco. Un possibile coinvolgimento che ha portato il PD, in via cautelativa, a sospenderlo da ogni organismo di partito.























