Detto fatto, l'esercito sloveno ha iniziato a rimuovere la recinzione di filo spinato al confine con la Croazia eretta nel 2015, quando un milione di persone raggiunsero le porte dell'Europa per fuggire dalle violenze della guerra, principalmente afghani e curdi siriani. La decisione però non segnerà una svolta nell'atteggiamento sloveno nei confronti dei migranti. L'accordo di coalizione prevede che la barriera sia sostituita dal rafforzamento della videosorveglianza e dei droni. Ci vorranno circa cinque mesi prima che il recinto di confine, quasi 200 chilometri di filo spinato e pannelli di metallo, venga smantellato. Una promessa fatta in campagna elettorale dal centro-sinistra e poi resa effettiva dopo la vittoria elettorale del partito liberale sloveno, entrato in carica dopo le elezioni di aprile. In molti, attraversando quel confine, avevano perso la vita, l'ultima vittima una bambina curda affogata nel dicembre del 2021 nel fiume Dragogna. Diverse le denunce delle organizzazioni che si occupano dell'assistenza ai migranti. L'attraversamento dei fiumi, soprattutto nei periodi invernali o di piena, erano diventate estremamente pericolose.























