"Non possiamo gestire l'immigrazione caso per caso, barca per barca" così la Commissaria europea Ylva Johansson ha chiarito il senso della proposta che l'Esecutivo europeo presenterà ai Ministri dell'Interno il prossimo venerdì. Si tratta di un piano in 20 punti in cui l'Europa, anche sollecitata dall'Italia, cerca per l'ennesima volta di coordinarsi per affrontare i flussi migratori che investano l'Unione da sud specialmente lungo la rotta balcanica. Ma anche lungo quella del Mediterraneo centrale che interessa il nostro Paese. Questa rotta è particolarmente delicata e pericolosa perché i respingimenti sono impossibili. Non si può rispedire in mare aperto chi lo attraversa rischiando la vita. Infatti la Commissione ribadisce che è un obbligo giuridico fornire assistenza a qualsiasi persona trovata in pericolo in mare e fino al momento dello sbarco sicuro, indipendentemente dalle circostanze che portano le persone a trovarsi in tale situazione. D'altra parte, precisa il piano, bisogna rivedere le procedure che rallentano i ricollocamenti dei richiedenti asilo in altri Paesi europei. Ci vuole più collaborazione tra stati membri nella ricerca e nel soccorso nel Mediterraneo e più dialogo e collaborazione tra stati costieri e chi si trova a salvare vite umane. È solo un piano generico in cui si invitano gli stati membri a comunicare di più. Sembra più una base di lavoro che una soluzione definitiva ma certamente l'argomento è tornato in primo piano nel dibattito tra gli stati europei. Il prossimo venerdì ne discuteranno i Ministri dell'Interno ed entro il 2024, termine di scadenza di questa Commissione UE, si vuole arrivare ad un nuovo e definitivo patto sulla migrazione e l'asilo.























