Condanne a morte, false esecuzioni e nuove fortissime limitazioni nei confronti delle donne. Nel secondo giorno di sciopero generale in Iran il braccio di ferro tra regime e manifestanti si fa sempre più duro. Tra gli arrestati di questi mesi sei condannati a morte con false accuse e senza una prova, sottoposti a false esecuzioni in carcere per aver sfidato il regime. Ad uno di loro, secondo fonti della BBC, è stato chiesto di salire su una sedia bendato per essere impiccato, ma era solo una farsa. Allo stesso tempo arrivano i nuovi provvedimenti riguardo all'uso dell'hijab. Il Parlamento iraniano fa sapere che i conti bancari delle donne che non porteranno il velo verranno bloccati. Ma la voce del dissenso non si ferma ed esce anche dal paese. Ad Antalya in Turchia un'atleta iraniana è salita sul podio di una gara di boxe thailandese con l'hijab obbligatorio, ma mostrando lo slogan delle proteste "donna, vita, libertà" a dimostrazione del fatto che la battaglia di una parte del popolo iraniano non si combatte solo per le strade del paese. La repressione delle proteste, fa sapere il segretario di stato americano Antony Blinken, non è un segno di forza ma di debolezza. Le guardie della rivoluzione iraniana, intanto, hanno arrestato altre 12 persone nelle province centrali del paese. Secondo i Pasdaran pianificavano operazioni contro la sicurezza nazionale, utilizzando armi da guerra, in collegamento con elementi anti rivoluzionari in Germania e Olanda.