La risposta non si è fatta attendere: almeno tre israeliani sono stati uccisi da un palestinese nella colonia di Halamish, in Cisgiordania. Le vittime sono due uomini e una donna. L’attentatore, palestinese, è stato a sua volta ucciso a colpi di pistola. Una risposta violenta agli scontri tra le forze di sicurezza e i fedeli musulmani che protestano contro le nuove limitazioni per l’accesso alla Spianata delle Moschee. Il Governo israeliano ha deciso, infatti, di lasciare in funzione i metal detector e inasprire le misure di sicurezza e permettere l’ingresso nel terzo luogo sacro dell’Islam esclusivamente alle persone con più di cinquant’anni. Annunciata da giorni, la giornata della collera palestinese contro queste nuove misure di sicurezza israeliane è esplosa nel venerdì di preghiera. Tre giovani palestinesi di diciassette e diciotto anni uccisi e oltre duecento i feriti, contusi, ustionati e intossicati, sono il tragico bilancio di ore di duri scontri a Gerusalemme Est. Secondo testimoni, la polizia israeliana avrebbe usato contro i palestinesi gas lacrimogeni e proiettili di gomma ma l’uccisione dei palestinesi non ha fatto altro che buttare benzina sul fuoco. Da Gaza, Hamas a sua volta ha continuato a esortare la popolazione a scontrarsi con le forze israeliane. Una miccia per innescare un nuovo conflitto fra Israele e palestinesi, accesa proprio sulla Spianata delle Moschee, e già una settimana fa quando tre arabi israeliani hanno ucciso due agenti di polizia per poi essere uccisi a loro volta a pochi passi dalla moschea di al-Aqsa. Da qui l’installazione di metal detector agli accessi principali. Dal mondo arabo piovono condanne contro Israele, mentre il Presidente palestinese, Abu Mazen, congela ogni rapporto con gli israeliani.