Per il quotidiano britannico Guardian la siccità che attraversa l'Europa in quest'estate di caldo e assenza di precipitazioni è la nuova normalità. La Commissione Europea ha avvertito delle ricadute su agricoltura e forniture idroelettriche in una situazione già resa difficile da una crisi alimentare ed energetica legata alla guerra in Ucraina, incredibile pensare come per quasi 144 giorni, secondo i dati del servizio meteo britannico, il sud-est della piovosa Inghilterra non abbia visto precipitazioni. L'allerta siccità durerà fino a ottobre con timori per la semina. In Francia la produzione di mais secondo il Ministero dell'Agricoltura sarà inferiore del 18% rispetto all'anno prima, in oltre cento comuni i rubinetti sono a secco e l'acqua è fornita attraverso autocisterne. L'abbassamento del fiume Reno in Germania mette a rischio il trasporto di petrolio, carbone e materie prime, si parla di possibili restrizioni sull'acqua nelle principali città spagnole, l'assenza di precipitazioni ha inaridito bacini che nei Balcani servono centrali idroelettriche, in Francia una nucleare in un momento di forte crisi energetica e se si esce dall'Europa la siccità non mette a rischio soltanto l'agricoltura, in Kenya tra i più stabili Stati africani, dove si sono appena chiuse le urne, la crisi energetica e alimentare causata dalla guerra in Ucraina è aggravata dalla peggiore siccità in 40 anni che crea insicurezza in tutto il Corno d'Africa. In Marocco, Algeria e Tunisia il conflitto alle porte d'Europa ha aggravato inflazione, disoccupazione, precarietà alimentare, sale così il malcontento sociale, sono paesi in cui la pace sociale si regge spesso su sempre più insostenibili sussidi, su pane, pasta e riso, chi ha osato toglierli in passato nel 1977 il presidente Sadat in Egitto, nel 1982 il leader Bourghiba in Tunisia, è stato investito da violente rivolte di piazza e ha contato i morti per le strade.