É una Isabel Diaz Ayuso trionfante quella che ieri sera ha celebrato la schiacciante vittoria ottenuta nelle elezioni regionali di Madrid. Sconosciuta al grande pubblico fino a due anni fa, Ayuso, esponente della linea dura dei conservatori del Pp e della strategia dello scontro diretto con il governo centrale, ha vinto oltre le aspettative, con una campagna elettorale fatta al grido di "libertà libertà" nella regione che nella pandemia ha più puntato sul mantenere aperte le attività commerciali, nonostante gli alti contagi. La candidata conservatrice non ha raggiunto la maggioranza assoluta ma ha ottenuto più seggi dei tre partiti del centrosinistra messi insieme. Per governare le basterà che il partito di estrema destra Vox si astenga. E ora l'onda lunga dei risultati di Madrid, motore economico e centro politico del paese, è destinata a espandersi al resto della politica spagnola. La prima conseguenza è arrivata già ieri sera, Pablo Iglesias, il leader di Podemos, che solo poche settimane fa aveva lasciato la vice presidenza del governo per candidarsi, dopo un risultato deludente ha annunciato che lascia la prima linea della politica. Iglesias era stato il principale bersaglio degli attacchi della destra e dell'estrema destra in una campagna elettorale fortemente polarizzata. Dura sconfitta anche per i socialisti del Psoe, che perdono 13 seggi e diventano il terzo partito nella regione, dopo Más Madrid, la scissione di Podemos, che invece migliora i suoi precedenti risultati. Spariscono invece i centristi di Ciudadanos, che passano da 26 a 0 seggi. Madrid gira fortemente a destra e sarà di nuovo, come lo è stato dall'inizio della pandemia, la punta di lancia dell'opposizione al governo centrale.