Gli Stati Uniti hanno approvato questo pacchetto di aiuti militari proprio per Israele, un pacchetto di aiuti da 6,4 miliardi di dollari che, ovviamente, è stato visto come un grande successo da parte del governo di Benjamin Netanyahu, mentre è stato invece fortemente criticato sia dalla Autorità Nazionale Palestinese che da Hamas. Intanto, all'interno della Striscia di Gaza si continua a combattere. Nuovi raid israeliani hanno colpito Rafah, nella parte più a sud, nell'enclave palestinese, al confine con l'Egitto. Al momento, ci sarebbero 18 morti tra cui 13 bambini; si parla di un bilancio davvero drammatico in una parte quella più a sud della Striscia di Gaza che è oggetto della nuova operazione militare israeliana che Benjamin Netanyahu tanto vuole perché rappresenterebbe la chiave per arrivare alla vittoria totale perché vorrebbe dire eliminare gli ultimi quattro battaglioni di Hamas che si trovano a Gaza. E proprio, nell'attacco nell'ufficio politico di Hamas, Ismail Haniyeh è andato in Turchia dal presidente turco Erdogan, sostanzialmente, per una possibilità di cambiare la base della leadership del Movimento Islamista Palestinese da Doha ad Instanbul, proprio in Turchia. Un Erdogan che sostiene ormai da mesi la fazione palestinese e anche ieri, in un colloquio di due ore, ha sostanzialmente detto che spinge per una soluzione due Stati, due Popoli. E poi, infine, la guida suprema iraniana Ali Khamenei ha ringraziato i pasdaran per l'attacco che è stato portato avanti nella notte tra sabato e domenica nei confronti di Israele, dicendo che comunque è stato un successo, soprattutto un messaggio politico verso lo Stato Ebraico. Perché non importa quanti missili e droni siano stati lanciati e soprattutto, quanti obiettivi siano stati effettivamente colpiti, ma il fatto che, per la prima volta nella storia, la Repubblica Islamica ha dimostrato al mondo che se vuole può colpire Israele.