Tokyo, in funzione la megastruttura sotterranea anti-tsunami

24 lug 2019
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L'area metropolitana di Tokyo e Yokohama, dove vivono oramai oltre 50 milioni di persone, è probabilmente considerata quella a maggior rischio nel mondo. Ma a preoccupare le autorità e le grandi compagnie assicuratrici non sono solo terremoti e tsunami, peraltro poco prevedibili, bensì le sempre più frequenti alluvioni. Negli ultimi vent'anni, probabilmente anche a causa dei cambiamenti climatici, le precipitazioni sono aumentate infatti del 30% e buona parte dell'area metropolitana di Tokyo si trova oramai sotto il livello del mare. Il rischio di tracimazione dei fiumi che attraversano la regione è sempre maggiore e i potenziali danni incalcolabili. Ma almeno su questo fronte il Governo sembra aver trovato una soluzione: Sai Riu No Kawa, il “Fiume del drago colorato”, un'enorme cisterna sotterranea grande come un campo di calcio, capace di assorbire e poi, ad emergenza finita, riespellere fino a 1 milione di tonnellate d'acqua in pochi minuti. Di queste strutture ce ne sono solo due al mondo: una qui a Tokyo, l'altra a Osaka. Entrambe sono state ideate, progettate e costruite a partire dagli anni Novanta, quando il Governo del Giappone poteva permettersi budget così sostanziosi, pensate, oltre 2 miliardi di dollari. Oggi non sarebbe più possibile. Questa è una struttura che in caso di grandi alluvioni, in caso di grandi temporali e forse anche di tsunami potrebbe salvare una megalopoli come Tokyo. Masaaki Takashi, il giovane manager che ci accompagna in questa visita, ci spiega che mentre l'acqua viene raccolta in modo naturale, per espellerla vengono utilizzate delle pompe speciali alimentate da 4 motori a reazione, gli stessi che fanno volare i Boeing. L'idea che questa struttura alle mie spalle – pensate, di oltre un chilometro quadrato – possa essere improvvisamente riempita dall'acqua non è certo rassicurante, eppure è per questo motivo che è stata costruita. Nonostante abbia già dimostrato più volte la sua efficacia, c'è chi considera questa struttura già superata e comunque troppo costosa da gestire. Per questo è stata aperta al turismo (oltre 40 mila visitatori l'anno, un terzo dei quali stranieri) mentre le autorità stanno valutando la possibilità di organizzarvi al suo interno degli eventi culturali. “Noi siamo pronti a tutto - spiega Takashi - ma rappresentiamo solo una piccola parte del sistema di sicurezza e prevenzione, il resto deve farlo la gente rispettando le regole e usando il buonsenso e questo purtroppo non sempre avviene”.

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