Prendere due settimane di congedo parentale, in un Paese che ufficialmente riconosce ad entrambi i genitori il diritto di prendere addirittura un anno intero, non dovrebbe far notizia, e invece da un paio di giorni in Giappone non si parla d'altro. Il Ministro dell'ambiente, Shinjiro Koizumi, dirigerà il Ministero da casa, è diventato papà. Paracadutato sulla scena politica dall'ancora popolarissimo Jun'ichiro, l'ex premier di cui dopo aver fatto per alcuni anni il portaborse ha ereditato il seggio come fosse una proprietà immobiliare, per carità non è certo l'unico in Giappone, il giovane Shijiro Koizumi, 38 anni, nella sua breve ma promettente carriera non perde occasione per far parlare di sé. Lo scorso settembre, appena nominato Ministro dell'ambiente, ha suscitato ilarità e perplessità durante il suo discorso alle Nazioni Unite, quando senza entrare nei dettagli di un argomento che evidentemente non conosceva ancora bene, disse che l'ambiente andava difeso in modo divertente, creativo è anche sexy, sì sexy, proprio così ha detto. Ora l'annuncio del congedo parentale, che in Giappone nonostante una legge tra le più generose del mondo, viene utilizzato solo dal 6% dei papà. Senza parlare delle ferie vere e proprie, meno della metà dei giapponesi le prende e per una media di 12 giorni l'anno, contro i 20 previsti dalla legge, mentre resta altissimo il numero delle ore di straordinari, per la maggior parte non pagati, 50 ore di media al mese con punte sino a 100, molti non ce la fanno e si fermano, per sempre. Si chiama karoshi, la morte da troppo lavoro. Sarò davvero felice solo quando una notizia del genere non sarà più una notizia. Ha detto cosi il giorno dopo della sua conferenza stampa che ha fatto molto scalpore, sia in positivo che in negativo qui in Giappone. Da molti Koizumi è stato accusato di cercare soprattutto pubblicità, in un momento in cui il governo di Shinzo Abe non gode della massima credibilità e l'indice di gradimento è in costante calo. Koizumi ovviamente nega e dice che lo ha fatto sinceramente e che lo ha fatto soltanto appunto per segnalare la nuova sensibilità che tutti i giapponesi devono avere nei confronti del rapporto con il lavoro. Prendere più vacanze e prenderle possibilmente tutte.