Trump, da Priebus no a immigrati da paesi sospetti

21 nov 2016
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“Non ho ancora deciso”. Donald Trump, dal suo resort di golf nel New Jersey raffredda le attese con queste parole sul posto di Segretario di Stato, al termine di una giornata in cui si erano rincorse le voci sulla possibilità che a capo della diplomazia americana potesse arrivare uno degli sfidanti più agguerriti nel Partito Repubblicano del Taikun newyorkese, Mitt Romney. L’incontro fra i due sabato scorso è andato molto bene e si è parlato a lungo proprio di politica estera. Non solo, sia il vicepresidente eletto Mike Pence che il capo di gabinetto della futura Amministrazione Trump, Reince Priebus, hanno alimentato le aspettative attorno a questa nomina. Tuttavia Donal Trump, evidentemente, non vuole dare ancora per scontata una scelta che sarebbe anzitutto un segnale di distensione con l’ala più moderata del Grand Old Party e anche rispetto ai partner internazionali. Il Presidente uscente, Barack Obama, ha detto d’altronde che non si può ancora sapere con certezza se alla fine Trump seguirà gli stessi propositi in parte radicali portati avanti in campagna elettorale, anche se le nomine fatte finora porterebbero a pensare che il Presidente eletto non è intenzionato ad abbandonare la linea dura, almeno sul fronte dell’immigrazione e della sicurezza, con lo stesso Priebus che, pur avendo escluso liste di proscrizione basate sulla religione, ha ammesso l’intenzione di bloccare gli immigrati che arrivano da determinati Paesi sospettati di terrorismo; senza contare che tra le altre caselle chiave da riempire c’è anche quella del Segretario alla Difesa per cui sarebbe sotto seria considerazione per la prima volta dopo 60 anni un militare di carriera come il generale James Metis. Conosciuto anche con il nome di battaglia “Mad Dog - Cane Pazzo”, Metis è stato fino al 2013 Comandante del Comando generale degli Stati Uniti con responsabilità per tutto il Medio Oriente, incluse le operazioni in Iraq e in Afghanistan. Non solo, nelle ultime ore Trump ha anche rivisto i fedelissimi Rudolf Giuliani e il governatore del New Jersey Chris Christie, entrambi in lizza per un posto nell’amministrazione. La settimana che si apre sarà dunque fondamentale per comporre il puzzle del futuro governo e capire che cosa attendersi nei prossimi quattro anni. Chi invece sicuramente non accompagnerà Trump alla Casa Bianca, almeno nei primi mesi, è la first lady Melania che ha annunciato di voler restare a New York almeno fino alla fine dell’anno scolastico per non sconvolgere la vita di loro figlio Barron.

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