È torrida l’estate di Donald Trump ma per il Presidente del no all’accordo sul clima non serve il caldo record, bastano le audizioni al Senato del suo staff a rendergli rovente il mandato, tanto che per la stampa americana Trump starebbe discutendo con i legali del suo potere di concedere la grazia non solo ai suoi collaboratori familiari ma anche a se stesso. In uno dei molti tweet di questo fine settimana Trump, però, nega le accuse parlando di fake news e tornando in un altro messaggio a difendere il figlio Donald Junior proprio in merito al Russiagate. Sono tre, comunque, le prossime audizioni calde al Senato per il Presidente americano: quella di domani del genero Jared Kushner e quelle del 26 luglio quando saranno ascoltati proprio Donald Junior e Paul Manafort. A loro la Commissione giudiziaria del Senato chiederà chiarimenti sul possibile coinvolgimento della Russia nelle elezioni del 2016. Intanto i media locali riportano che Manafort, ex manager della campagna elettorale di Trump, aveva un debito con un oligarca e con altri esponenti russi prima di entrare a far parte della squadra del Presidente, citando i documenti di una banca di Cipro che mostrano un debito di 17 milioni di dollari attribuiti a una società di facciata riconducibile proprio allo stesso Manafort. Intanto, nonostante la sua sia una difesa ad oltranza - “non ho fatto nulla di sbagliato” ha ribadito alla stampa americana - Trump ha ammesso che non avrebbe scelto Jeff Sessions come Ministro della giustizia se avesse saputo che si sarebbe astenuto alle indagini sul Russiagate, definendo la decisione di Sessions molto ingiusta nei confronti del Presidente.