L’inviato cinese in Corea del Nord ha fallito. Parola del Presidente Donald Trump, che sminuisce così via Twitter gli sforzi diplomatici di Pechino, sottolineando comunque che sia la Cina che la Russia hanno condannato l’ultimo test missilistico di Pyongyang, ma sorvolando sulle critiche arrivate in particolar modo da Mosca, che non approva l’atteggiamento di Washington e vorrebbe uno sforzo maggiore da parte degli Stati Uniti per limitare, ad esempio, le esercitazioni congiunte con la Corea del Sud, che possono essere percepite come delle provocazioni dei nordcoreani. Sulla Cina, invece, Trump non nasconde il suo malcontento, sottolineando che da Pechino ci si attende un impegno maggiore per isolare la Nord Corea, interrompendo, ad esempio, le esportazioni di petrolio e materie prime. Più morbido il Segretario di Stato Rex Tillerson che, pur concordando sulla necessità di un maggiore isolamento di Pyongyang da parte della comunità internazionale, ha voluto rimarcare che comunque i cinesi stanno già facendo molto. Una delle tante divergenze di metodo fra il Presidente e il suo capo della diplomazia, che non a caso in queste ore vede la sua poltrona traballare. Secondo varie indiscrezioni di stampa, al suo posto, già a gennaio, potrebbe arrivare l’attuale capo della CIA, Mike Pompeo, che grazie alla sua gestione più politicizzata del Bureau ha conquistato in questi mesi la fiducia di Trump, anche se non è da sottostimare neanche l’ascesa della rappresentante permanente degli Stati Uniti alle Nazioni Unite, Nikki Haley, che, se fosse chiamata al Dipartimento di Stato, lascerebbe un prezioso posto libero all’ONU, che potrebbe essere riempito, secondo voci di corridoio, addirittura dalla first daughter, Ivanka Trump. Per il momento, però, la Casa Bianca bolla questi retroscena come fake news. Lo stesso Trump ha precisato che Tillerson è al suo posto, almeno per il momento.