Trump licenzia direttore Fbi Comey: indagava su Russiagate

10 mag 2017
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Dalla televisione alla Casa Bianca: questa volta, il “sei licenziato” di Donald Trump, si abbatte a sorpresa sul direttore del FBI James Comey. In una decisione senza precedenti, il Presidente degli Stati Uniti ha seguito ieri le indicazioni del suo Ministro della Giustizia, Jeff Sessions, cacciando il numero 1 del Bureau, che doveva normalmente rimanere in carica fino al 2023. Lo ha fatto via lettera, precisando che pur avendo apprezzato il fatto che Comey in tre occasioni gli avesse confermato che non c’erano indagini sul suo conto, la fiducia era ormai erosa e andava ristabilita, data l’importanza del FBI, affidando il Bureau a qualcuno che segua le indicazioni del Dipartimento di Giustizia. La Casa Bianca ha dichiarato che dietro il licenziamento del direttore c’è anzitutto la gestione del caso della mail di Hillary Clinton, in particolare sulle rivelazioni fatte da Comey undici giorni prima del voto di novembre, quando annunciò di aver puntato nuovamente il faro sulle mail della candidata democratica, dopo averne trovate di nuove sul server del computer di Anthony Weiner, ex marito di una stretta collaboratrice della Clinton. Rivelazioni che secondo i democratici sono costate ad Hillary la Casa Bianca, nonostante una settimana dopo il Bureau avesse precisato di non aver trovato nulla di compromettente nelle nuove mail. Ma, a detta dei detrattori di Trump, la tempistica di queste epurazioni è quantomeno sospetta e richiama alla mente il massacro del sabato sera del 1973, quando Richard Nixon fece fuori il procuratore che indagava sul Watergate, dato che l’FBI sta anche investigando sui legami tra la Russia e l’entourage del Presidente durante la campagna elettorale, un’inchiesta che di settimana in settimana si avvicina sempre di più alla cerchia ristretta dei fedelissimi di Trump, incluso lo stesso Sessions. I democratici, ma anche i più scettici fra i repubblicani, come John McCain, chiedono a questo punto che le indagini sul Russiagate vadano avanti con un procuratore speciale e indipendente. Ma dallo Studio Ovale, al momento, su questo non sono arrivate rassicurazioni e ci si limita a ribadire che per ora la priorità è trovare il successore di Comey. Intanto, oggi Trump vedrà, per la prima volta da quando è alla Casa Bianca, il Ministro degli esteri russo, Lavrov, un incontro importante che segna il disgelo fra Washington e Mosca, dopo le tensioni legate alla Siria. Un disgelo che però risulterà inevitabilmente adombrato dalla vicenda Comey e dalle implicazioni ancora incognite che tutto questo avrà, proprio sul Russiagate.

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