Si sono aperte le urne in Tunisia, culla del Movimento che portò il Mondo arabo alla rivolta oramai 11 anni fa. Ma non è per votare più libertà, che saranno chiamati gli eredi delle Primavere. Oltre 9 milioni di cittadini sono invitati infatti in seggi per il referendum popolare sulla contestata bozza di Costituzione, fortemente voluta da Kais Saied. Ma per cosa voteranno esattamente? La nuova Costituzione, se approvata, concederà ampi poteri al Presidente che eserciterebbe quindi la funzione esecutiva con l'aiuto di un Governo. Ma non solo, perché lo stesso Presidente avrebbe anche una forte influenza su legislativo e giudiziario. Due saranno le possibilità di voto: SI o NO, ma senza un quorum, la Carta dunque passerà anche con un solo voto positivo in più. Non è quindi difficile immaginare il motivo per il quale società civile opposizione si sono unite in rivolta contro questa nuova riforma, invitando i concittadini a non recarsi alle urne o a esprimere un voto negativo. Il numero sull'affluenza infatti l'incognita principale di questo voto anche se non mancano le parole di sostegno a Seied. Il timore di molti tunisini però è quello di una nuova deriva autoritaria in un Paese che non è ancora riuscito a trovare la sua stabilità politica ed economica da quel 2010, che spinse Wuasisi a darsi fuoco davanti alla sede del Governo e che mobilitò le piazze accendendo il desiderio di una nuova democrazia, non ancora del tutto raggiunta forse e ancora intimamente agognata.























