La lunga colonna di fumo nero si estende ancora nel cielo di Kharkiv, nell'ipermercato “faidate” dove il missile russo si è abbattuto nel corso dell’ennesimo raid aereo sulla seconda città dell’Ucraina. Un obiettivo chiaramente civile, motivo per cui, forse, nel momento dell’attacco russo molte persone si trovavano al suo interno, convinte che non sarebbero state un bersaglio delle incursioni russe. Il Presidente Zelensky ha inveito contro Mosca: “Solo pazzi come Putin sono capaci di uccidere e terrorizzare civili", ha tuonato il numero uno ucraino. Si è poi rivolto, ancora una volta, ai partner della Nato: “Se l'Ucraina avesse abbastanza difesa aerea e moderni aerei da combattimento, tali attacchi sarebbero semplicemente impossibili. Il punto, per certi versi, è proprio questo. Nell’attesa che arrivino gli aiuti occidentali, l’Ucraina affanna nel fronteggiare l’avanzata russa, che sostengono di aver fermato, o se non altro rallentato. Nonostante ciò, la pressione esercitata dalle truppe di Mosca è costante. L’obiettivo è di far sguarnire il fronte sud, nel Donbass, per poter avanzare su due fronti. Per contrastare con maggiore efficacia le truppe russe, l’Ucraina insiste con i partner occidentali affinché le vengano fornite dotazioni in grado di attaccare anche il territorio della Federazione. Quello che veniva considerato una sorta di tabù da parte della Nato, che vede il rischio di un’escalation. È pur vero che da un “no” irremovibile si è passati a un “forse”, vista l’apertura del Segretario Generale dell’Alleanza, Stoltenberg, che sul punto si è detto possibilista. E vista anche l’apertura dei Baltici. C’è però la netta contrarietà da parte di diversi europei, tra cui l’Italia. Washington, invece, sul punto ha dato indicazioni contraddittorie, prima no, poi chissà. Intanto, mentre si discute, la guerra continua. La Russia nella notte ha lanciato un massiccio attacco aereo sull’Ucraina, con 14 missili, tra cui due ipersonici Kinzhal. Kiev sostiene di aver sostanzialmente respinto gran parte dei missili e dei droni. Il cielo, però, resta ancora dominio incontrastato di Mosca.