Alle 10:48 inizia lo sbarco della Rojen. Il gruista del carro-ponte aziona la benna che preleva il mais dalla stiva e lo scarica nella tramoggia dove viene pesato e indirizzato ai silos. 13.400 tonnellate di mais che andranno a riempire 13 dei 118 silos qui nei docks. "Vai con la prima bennata, che ci hanno dato l'OK a partire." "D'accordo comincio lo sbarco." La merce, prima dello sbarco, viene controllata dagli uomini dell'Agenzia delle Dogane, che davanti alla prua effettuano verifiche di controllo. Bisogna fugare ogni dubbio sui casi di disinfestazione della merce rimasta a lungo nella stiva della nave. Lunga 186 metri e battente bandiera maltese, la Rojen è la prima nave del grano che arriva dall'Ucraina, dopo mesi di blocco. Eccola che entra in porto, all'01:00 di notte, dopo una giornata complicata che ha fermato tutte le operazioni sulle banchine a causa della pioggia. Con la motovedetta della Guardia Costiera, risaliamo il Canale Candiano del porto di Ravenna, fino all'ormeggio lato dritto della nave. "La Rojen la vediamo qui ormeggiata, insieme ad altre 8 navi, a questa banchina che ospita prodotti di cereali, quindi abbiamo mais, soia, come in questo caso. Nel porto di Ravenna attualmente abbiamo altri 10 navi in compresenza: porta container, prodotti siderurgici, così come abbiamo prodotti derivati dal petrolchimico. Quindi in totale oggi il porto ospita circa 20 navi commerciali." Il porto di Ravenna, secondo in Italia per movimentazione di cereali, gestisce il 40% degli scambi italiani, tra il nostro paese il Mar Nero, e l'Ucraina. Traffico che con la guerra si è considerevolmente ridotto. L'arrivo della Rojen, a cui seguirà l'approdo di un'altra nave, Secura, martedì prossimo, detta la svolta. Non solo per l'Ucraina, l'ambasciatore ucraino in Italia, al suo arrivo, ha detto: è un segnale importante. Ma anche per il nostro Paese, perché l'Italia importa dall'estero il 73% del suo fabbisogno per l'alimentazione degli animali.