L'incontro tra il presidente russo Vladimir Putin e l'inviato USA Steve Witkof si svolgerà in Russia entro questa settimana, proprio a ridosso dell'ultimatum dell'8 agosto per un cessate il fuoco imposto dalla Casa Bianca a Mosca. Siamo sempre felici, ha evidenziato il portavoce del Cremlino Peskov, di vedere il signor Witkof a Mosca e sempre lieti dei contatti con lui. Li consideriamo importanti, sostanziali e molto utili. Kiev accoglie l'annuncio, senza farsi troppe illusioni, ma la speranza è che la posizione più dura di Trump nei confronti di Mosca possa portare a un reale cambiamento. Pesanti sanzioni secondarie e l'aumento della militarizzazione dell'Ucraina sono le carte che il tycoon intende giocare. Non è un caso che sullo sfondo dell'ultimatum il Cremlino abbia iniziato a parlare di un possibile incontro tra Putin e Zelensky, anche se solo dopo un lavoro preparatorio a livello di esperti. Le posizioni restano lontane. Le richieste di Putin sono inaccettabili per Kiev riconoscimento della sovranità russa sulla Crimea annessa nel 2014 e sulle quattro regioni parzialmente occupate. Lugansk, Donetsk, Zaporitzja e Kherson. Neutralità infine e demilitarizzazione dell'Ucraina. Intanto in risposta al dispiegamento di sottomarini nucleari da parte degli USA, la reazione della Russia è netta. Crediamo che tutti dovrebbero essere molto, molto cauti con la retorica al nucleare. Sul campo da un mese gli attacchi sono sempre più pesanti, l'allarme aereo è scattato in tutta l'Ucraina, Mosca ha lanciato un missile ipersonico e 162 droni. I raid russi hanno fatto vittime nelle regioni Zaporitzja, Kherson e Donetsk. Nel Donbass, le forze ucraine sono in difficoltà. La linea del fronte si è spostata di 8-10 chilometri. .























