Ancora una volta è l'eredità di Winston Churchill, il celeberrimo primo ministro britannico durante la Seconda guerra mondiale, a connotare un incontro, per quanto virtuale, tra il premier Boris Johnson e Volodymyr Zelensky. A lui aveva fatto riferimento il Presidente ucraino scegliendo di rivolgersi ai parlamentari riuniti a Westminster, nella prima di una lunga serie di appelli rivolti alle democrazie schierate contro l'invasione russa. Ora è Johnson a farlo, collegandosi, primo leader al mondo, con il Parlamento di Kiev. Per motivi di sicurezza è stata esclusa la diretta dell'evento. "Quando il mio Paese ha affrontato la minaccia di un'invasione durante la Seconda guerra mondiale, il nostro Parlamento, come il vostro ha continuato a riunirsi durante il conflitto e il popolo britannico ha mostrato tale unità e determinazione che ricordiamo il nostro momento di maggiore pericolo come il nostro momento migliore." Uno dei passaggi salienti del discorso di Johnson che poi prosegue: "Questa è l'ora più alta dell'Ucraina, un capitolo epico della sua storia nazionale che sarà ricordato e raccontato per le generazioni a venire." Fra gli impegni più importanti presi dall'inquilino di Downing Street, che a Kiev si è recato, primo leader del G7, all'inizio di aprile, altri aiuti militari per 360 milioni di euro. Il Regno Unito è tra i Paesi che più portano avanti una linea intransigente nei confronti di Mosca e che vedono nella completa ritirata della Russia dall'Ucraina l'unica fine possibile a questo conflitto. É anche tra i primi Paesi ad aver parlato esplicitamente di crimini di guerra in merito all'operato dell'Esercito russo nel conflitto. Johnson però è soggetto a forti critiche in patria per le enormi difficoltà che gli ucraini stanno avendo nel cercare di raggiungere il Regno Unito, nonostante la disponibilità ad accoglierli di decine di migliaia di famiglie britanniche.