La Russia attacca a tutta forza. La Regione di Luhans'k e in particolare la città di Severodonetsk e Lisichansk sono sotto il tiro continuo dell'artiglieria nemica che ha distrutto il ponte che le collega. Le difese ucraine non sembrano destinate a reggere a lungo su questo fronte tanto che il Ministro della Difesa russo ha già preannunciato la prossima liberazione dell'intero Luhans'k. E i 17 battaglioni, finora impiegati nella conquista di Mariupol, sono pronti a dispiegarsi nell'est per dare manforte alla conquista definitiva del Donbass. Il comando ucraino ha già avvertito che i russi stanno preparando anche l'attacco verso Sloviansk e Izium nella regione di Donetsk. È quella che Zelensky ha definito la fase più sanguinosa della guerra. Per contrattaccare su questo fronte l'esercito ucraino avrebbe bisogno dei lanciarazzi multipli che il Paese sta chiedendo da tempo ai Paesi NATO e Occidentali, e le pressioni del Governo di Kiev si fanno sempre più pressanti. Senza la sconfitta sembra inevitabile. Anche perché la resa dei soldati ucraini che difendevano dall'inizio della guerra le acciaierie Azovstal dà una serie di vantaggi alla Russia: operativi e propagandistici. Oltre a liberare le truppe per la battaglia del Donbass il controllo della città permette il collegamento territoriale tra Russia e Crimea, obiettivo strategico fin dall'annessione nel 2014. La conquista della Regione di Kherson consente l'afflusso dell'acqua del fiume Dnipro verso la penisola, acqua che l'Ucraina negava da 8 anni. E poi avere in mano i combattenti del Battaglione Azov, accusati di essere criminali nazisti, giova alla propaganda del Presidente Putin che ha promesso di denazificare l'Ucraina. Se si dovesse arrivare allo scambio di prigionieri sembra difficile che questo possa riguardare i militari Azov. Intanto i russi starebbero cercando di evitare, il più possibile, le evacuazione dei civili dai territori sotto il proprio controllo verso l'Ucraina. Per giorni mille auto cariche di persone che volevano fuggire da Kherson sono state bloccate prima di raggiungere Zaporizhia. Alla fine sono state fatte passare ma in generale chi se ne vuole andare viene invitato ad andare in Crimea o in territori più lontani sotto il controllo di Mosca. L'Ucraina ha denunciato che più di 1milione e 300mila cittadini sarebbero stati estradati con la forza verso la Russia dall'inizio del conflitto. Una denuncia che è impossibile da verificare.