Situazione incerta e confusa a Kherson, dove secondo il Ministero della Difesa di Mosca, sarebbe stato ordinato alle truppe il ritiro totale dalla città. Le forze verrebbero spostate ad Est, sulla riva sinistra del fiume, per allestire nuove postazioni difensive, poiché sulla riva destra, le forze di Mosca rischierebbero un isolamento totale. Ma da Kiev arriva secca la smentita: non c'è alcun segno di ritirata. Secondo il Comandante delle Forze russe in Ucraina, che parla di stabilizzazione, grazie all'arrivo di soldati mobilitati e volontari, dalla regione di Kherson sarebbero stati evacuati 115mila civili. È mistero, intanto, sulle cause della morte del Vicegovernatore dell'Amministrazione filo-russa di Kherson, rimasto ucciso in un incidente stradale. Continuano le restrizioni energetiche in diverse regioni del Paese, e anche nella capitale. Agli attacchi contro infrastrutture critiche, si aggiungono anche, secondo Kiev, pesanti attacchi informatici. Sul piano diplomatico, con tutte le cautele del caso, fa riflettere quanto detto dalla Portavoce del Ministero degli Esteri russo: siamo ancora aperti alle trattative, non le abbiamo mai rifiutate e siamo pronti a condurle ovviamente tenendo conto delle realtà che stanno emergendo in questo momento. Ma gli USA insistono: non abbiamo visto nulla che indichi che al momento i russi siano disposti a impegnarsi in negoziati in buona fede. Intanto sul piano degli aiuti, arriva un altro significativo gesto dell'Unione Europea, la Commissione ha proposto ai 27 Stati membri un contributo di 18 miliardi di euro di prestiti agevolati all'Ucraina, da erogare nel 2023. Aiuto però vincolato, per Bruxelles, all'attuazione di riforme.























